Il mio primo impegno sarà quello di portare a Roma le esigenze e i bisogni della mia terra, una Regione dimenticata che non vede riconosciuti i suoi pregi che consistono nell’operosità, nella tenacia, nello spirito di sacrificio e nel genio imprenditoriale.Una regione per la quale si può a buon diritto parlare di “caso Marche” in quanto alle debolezze e alle fragilità che la affliggono, frutto di una politica regionale e nazionale che non ha saputo promuoverla e valorizzarla.
Al primo punto non si può non porre la questione terremoto. Il sisma ha prodotto, oltre a numerose vittime, un vero e proprio dissesto sociale ed economico. La promessa di ricostruire “dov’era com’era” è stata ampiamente disattesa. Nel frattempo intere comunità si sono spostate in altre zone dove stanno pian piano ed inevitabilmente radicandosi. Tutto ciò, oltre a rappresentare una violenza in termini esistenziali, rappresenta un danno incalcolabile e irreversibile per l’economia, la vitalità e la storia delle zone montane.
Il modello di intervento e di ricostruzione era già stato testato e realizzato ed è quello del terremoto de L’Aquila del 2009, sotto il governo Berlusconi e la guida dell’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.
Estremamente importante per la nostra terra è il rafforzamento del sistema infrastrutturale, carente e inadeguato soprattutto nel sud della Marche, ai cui confini si interrompe la terza corsia autostradale, e che viene ignorato persino dal Freccia Bianca che non effettua che una sola fermata a San Benedetto. Rischiamo attualmente anche di vedere la chiusura dell’unico aeroporto, che ha già eliminato tratte fondamentali per l’imprenditoria e le relazioni commerciali. L’ultima grande opera stradale, la Quadrilatero risale al 2003 ed è frutto della volontà del ministro Mario Baldassarri e del governo Berlusconi. Tra Ascoli Piceno e Roma percorriamo ancora una via Salaria disagevole e mai definitivamente adeguata.
La semplificazione amministrativa e burocratica, imprescindibile per una regione che ha fatto della media e piccola impresa un modello originale ed efficace e che non può essere ingessata da lungaggini e ritardi.
La riduzione della tassazione a livelli accettabili ed equi con l’introduzione della flat tax, una aliquota unica per imprese e famiglie che prevede anche una fascia di esenzione. In questo modo si disincentiveranno l’evasione e l’elusione fiscale, frutto per lo più di una percezione vessatoria ed iniqua del sistema fiscale ora vigente.
Il tema della sicurezza è il grande tema dei nostri tempi. I flussi migratori che interessano in particolare il bacino del Mediterraneo non hanno avuto la giusta attenzione da parte della politica italiana ed europea, cosa che ha consentito e addirittura agevolato una vera e propria invasione del territorio nazionale di migranti in gran parte clandestini che soggiornano senza titolo e senza controllo sul nostro territorio. Le ripercussioni sul tessuto sociale delle comunità locali sono ormai evidenti e prossime all’esasperazione. Rifiutiamo decisamente le accuse di razzismo nel sostenere che si rende necessaria una attenta politica che regoli l’ingresso e controlli il possesso dei requisiti per la permanenza in Italia.
Il sostegno alla famiglia, con politiche specifiche di incentivo alla natalità e assegni familiari corrispondenti al numero di figli. Ma anche politiche di conciliazione dei tempi che consentano alle mamme di lavorare o di impegnarsi nella ricerca attiva di lavoro. Tuttavia verrà riconosciuto il diritto delle mamme di scegliere l’impegno domestico, prevedendo pensioni familiari.
Infine l’attenzione alle fasce fragili della popolazione come ad esempio i pensionati con pensioni minime e gli incentivi all’assunzione delle persone con disabilità.
La classe media, impoverita dalla crisi e dalla perdita del lavoro è oggi la nuova frontiera della povertà, che ve sostenuta con un intervento specifico, il reddito di dignità, una misura che, a differenza del reddito di cittadinanza non è mero assistenzialismo ma reinserisce la persona nel circuito lavorativo restituendogli un ruolo sociale.